Uno dei ritorni più attesi dell'edizione 2017 del Festival di Sanremo è quello di Rosalino Cellamare, in arte Ron, un'artista che qualcuno potrebbe considerare tra quelli "datati" e anacronistici, ma la cui qualità artistica innalza sicuramente il livello della manifestazione. Cantautore, musicista e arrangiatore, Ron viene scoperto dalla RCA all'inizio degli anni '70 e diventa nel giro di pochi anni il pupillo di Lucio Dalla, che firma il primo singolo di successo Il gigante e la bambina, permettendo a Ron di farsi conoscere da pubblico e addetti ai lavori. L'artista pavese ricambia il favore poco dopo, collaborando con Dalla nella scrittura di Piazza Grande che diventerà uno dei grandi classici della discografia dalliana. Per anni i due collaboreranno l'uno ai pezzi dell'altro, a volte addirittura scambiandoseli.
Le capacità musicali e compositive di Ron gli permettono di salire molti gradini della RCA nel corso degli anni '70, fino a diventare arrangiatore dello storico tour Banana Republic di Dalla e Francesco de Gregori, dove si ritaglia anche uno spazio da solista cantando I ragazzi italiani e Come va. Il 1980 è l'anno della svolta: Ron inizia a scrivere le musiche per il suo nuovo disco da solita, con testi proprio di Dalla e De Gregori, ma quando il lavoro sembrava ormai pronto un'improvvisa illuminazione di Lucio porta alla scrittura di Una città per cantare, versione italiana di The Road, di Jackson Browne. La canzone diventa il singolo di lancio del primo grande disco di successo, a cui da anche il nome, e lo stesso artista americano rimarrà molto colpito dalla versione italiana: "Non ho mai amato molto questa canzone, anzi, la trovavo un po' sempliciotta, ma scritta così ha uno spesso triplo rispetto all'originale".
La carriera di Ron decolla, e due anni dopo vince anche il Festivalbar con Anima, che accompagna il successo del disco Guarda chi si vede, dove il pavese inizia a cimentarsi anche con i testi. Nel 1984 la sua Joe Temerario diventa sigla di Domenica In, mentre quattro anni dopo torna a Sanremo con Il mondo avrà una grande anima, che nonostante il 22esimo posto diventa uno dei brani più importanti della sua discografia. Nel contempo scopre anche un ragazzo dalle grandi qualità, anche se ancora acerbo, che qualche anno dopo sarebbe diventato uno dei cantautori ancora oggi più importanti della scena musicale italiana: Biagio Antonacci. Ron produce il suo primo disco e firma con lui la title-track Sono cose che capitano (dove duettano) e Voglio vivere in un attimo, che Antonacci porta a Sanremo giovani.
Nel 1990 scrive La casetta, che detta così risulterà sconosciuta ai più: si trattava di una canzone ispirata a Englishman In New York di Sting. Ron però non vuole cantarla, e la fa ascoltare a Lucio Dalla, che se ne innamora, gli cambia l'inciso e la porta al successo col ben più conosciuto nome di Attenti al lupo. Nel '92 arriva un altro grande successo per Rosalino: Non abbiam bisogno di parole accompagna il successo del disco Le foglie e il vento, mentre quattro anni dopo arriva anche la vittoria a Sanremo con Vorrei incontrarti fra cent'anni, in duetto con Tosca.
Negli anni 2000 si dedica molto alle collaborazioni con altri artisti. Tanti i duetti, sia su canzoni sue che su quelle di altri, tanti live in giro per l'Italia e partecipazioni a progetti umanitari come "Domani" di Mauro Pagani, fino a creare un progetto proprio: La forza di dire si, album di duetti il cui ricavato è stato interamente devoluto alla ricerca contro la SLA, a cui Ron si sta dedicando da anni. Torna a Sanremo nel 2014 con Sing in the rain (l'altro brano in gara era Un abbraccio unico), scritto a quattro mani con Mattia dal Forno, coautore anche della canzone che verrà presentata quest'anno al Festival: L'Ottava meraviglia è una ballata d'amore romantica, nel pieno stile di Ron, un brano elegante e poetico che saprà trovare una sua collocazione all'Ariston.