Dopo 5 album di inediti e una raccolta, Tiziano Ferro torna sul mercato discografico con un disco che sembra rappresentare la fine di un un primo step della sua carriera, ma che allo stesso tempo riprende alcune caratteristiche dei suoi primi dischi. Il ritorno alle sonorità R&B di Rosso Relativo e 111 è la prima cosa che salta all'orecchio di chi ascolta per la prima volta brani come "Solo" è solo una parola e Ora perdona. E' evidente la volontà di riprendere le sonorità dei primi album in maniera più matura, unendole alle nuove scoperte musicali degli ultimi lavori e ad un pizzico di innovazione che, stando a quanto detto nelle interviste, doveva esserci, ma che in realtà non sempre si è manifestata in quanto tale. In Epic - uno dei brani più ispirati - Tiziano parla di "fine primo capitolo", di una nuova vita personale e musicale, dove la solitudine e la malinconia dei dischi precedenti lascerà spazio a nuovi concetti come il ritorno e la rinascita, vedasi Potremmo ritornare, fraintesa dai più e considerata una canzone d'amore che in realtà d'amore non è: il singolo di lancio è una ballad à la Tiziano Ferro, la più "classica" del disco come suoni e testo, al punto da sembrare quasi "anomala" all'interno di un lavoro formato da tante strade diverse riprese e lasciate in continuazione.

Tanti brani degni di nota, oltre a quelli già citati: la title-track è tra i pezzi più riusciti e allo stesso tempo orecchiabili del disco, scritta in collaborazione con il rapper Raige, ed è il sunto del modo di scrivere di Ferro oggi con strofe i cui versi si "rincorrono" tra loro, a volte con una metrica strana (Incanto ne fu l'esempio migliore), per poi aprirsi nel ritornello. Il brano che più lascia sorpresi è sicuramente Il conforto, in duetto con Carmen Consoli, dove una canzone già di suo bella viene arricchita dalla presenza della "cantantessa", che pur proponendosi come sola interprete forma con Tiziano un duo perfetto, con la voce piena e forte del cantautore che si fonde perfettamente con quella particolare ed evocativa della siciliana. Da segnalare anche la bella Valore Assoluto, che nonostante le sonorità molto standard non è per niente banale e anzi, spicca per interpretazione vocale e anche per il testo.

Qualche nota dolente però c'è: Lento/Veloce e Troppo Bene (per stare male) non sorprendono, né testualmente né musicalmente, e in generale dopo i 5 brani iniziali il livello sembra abbassarsi. Le tante collaborazioni del disco, spesso, invece di innovare appiattiscono il tutto portandolo verso il solito pop italiano, nonostante l'impronta di Ferro sia comunque evidente in tutti i brani. Nel finale però ci sono due pezzi niente male come La tua vita intera e Quasi quasi, composizione melodicamente vicina agli anni '60 accompagnata da un arrangiamento con pochi fronzoli e che lascia molto spazio voce. Nota di merito per i testi: a parte qualche "scivolone" sembrano molto più maturi rispetto a 5 anni fa, con degli spunti davvero di alto livello, delle idee più profonde e temi più variegati rispetto al solito amore.

Un disco che sicuramente non delude, cosa che Ferro non ha mai fatto da 15 anni a questa parte, ma che lascia sicuramente un po' di rimpianto per quell'innovazione che doveva esserci ma non c'è stata del tutto. E' difficile che un artista cambi del tutto strada all'apice del successo, ma dalle interviste sembrava potesse essere la volta buona. Rimane un lavoro di tutto rispetto, nella speranza che in futuro si possa decidere di sperimentare di più.

Di seguito la tracklist del disco:

01. Epic
02. “Solo” è solo una parola
03. Il mestiere della vita
04. Valore assoluto
05. Il conforto feat Carmen Consoli
06. Lento/veloce
07. Troppo Bene (per stare male)
08. My Steelo feat Tormento
09. Potremmo ritornare
10. Ora perdona
11. Casa è vuota
12. La tua vita intera
13. Quasi quasi