"Arrivederci, magari con un prossimo figlio". Concluse così Andrea Parodi il suo ultimo concerto all'anfiteatro romano di Cagliari, poche settimane prima che la terribile malattia che lo affliggeva ormai da anni se lo portasse via per sempre. Lui, il figlio prediletto della Sardegna, che lascia in eredità le sue canzoni, la sua arte, la sua vita, a chi vorrà raccoglierla e farla fruttare ancora di più.
Dopo gli inizi nel gruppo Sole Nero, Andrea entra a far parte del Coro degli Angeli, gruppo che accompagnerà in tournee Gianni Morandi. E' lì che vengono installate le fondamenta di ciò che sarebbe accaduto qualche anno dopo: Andrea conosce Luigi Camedda - pianista e tastierista - e Gino Marielli - chitarrista e cantautore - e forma insieme a loro un trio che farà storia: i Tazenda. Il primo disco risale al 1988, è scritto completamente in sardo da Marielli e vende 60.000 copie. E' il preludio a ciò che accade tre anni dopo, quando Marielli scrive Disamparados e Pierangelo Bertoli ne modifica una parte scrivendone le strofe in italiano, con il titolo di Spunta la luna dal monte: il brano ottiene un successo pazzesco al Festival di Sanremo del 1991, con ovazione del pubblico ad ogni esibizione. Il disco che accompagna la partecipazione al Festival vende 200.000 copie e presenta al pubblico brani che diventeranno dei classici del repertorio del gruppo come Mamojada e Sa mama 'e su sole.
L'anno dopo l'asticella si alza ancora: il gruppo si ripresenta a Sanremo con una canzone contro la guerra di nome Pitzinnos in sa gherra ("bambini in guerra"), dove il "padrino musicale" di Andrea Parodi, un certo Fabrizio de Andrè, scrive la parte finale in italiano (pur non comparendo tra gli autori citati al Festival). Il brano e il successivo album - Limba - consacrano definitivamente il gruppo sardo al grande pubblico e da quel disco viene estratto un secondo singolo: Preghiera semplice, brano particolarissimo scritto metà in italiano e metà in sardo con citazioni in inglese e in cinese, che partecipa al Festivalbar ottenendo un grande successo. Nel disco ci sarà anche un'altra partecipazione di Faber, stavolta come seconda voce in Etta abba chelu.
Seguiranno altri tre dischi: il live del trionfale tour del '92 Il popolo rock, l'album di inediti Fortza Paris e la raccolta Il sole di Tazenda. Poi, nel 1997, Andrea Parodi lascia il gruppo per avviarsi verso nuove strade soliste più minimaliste e ricercate: il suo primo album Abacada non riscuote un grande successo a causa dello stile così diverso da quello dei Tazenda, ma gli apre le porte dei vari premi della critica italiani come il Premio Lunezia e tanti altri. Il lavoro più significativo è importante della sua carriera da solista è sicuramente l'album live con il chitarrista e jazzista americano Al di Meola - Midsummer Night in Sardinia - che contiene una cover in sardo di The sound of the silence (scritta da Parodi insieme a Mogol), la reincisione del brano tradizionale No potho reposare, già cantato con i Tazenda e diventato punto fermo del loro repertorio; il brano Astrolicamus: una canzone dei tempi dei Tazenda alla quale Andrea era particolarmente legato, e una canzone scritta proprio da Gino Marielli, Armentos.
Nel 2005, nonostante l'avanzare progressivo della malattia, Parodi si riunisce ai Tazenda per un disco, Reunion, che raccoglie i maggiori successi del gruppo ricantati e risuonati, a cui si aggiunge la stessa Armentos, incisa per la prima volta dall'intero gruppo. Sono gli ultimi successi per il cantante sardo, che prima di andarsene ha il tempo per salutare tutti in un ultimo concerto all'Anfiteatro Romano di Cagliari, dove si registra il tutto esaurito per salutare degnamente il grande artista alla sua ultima apparizione pubblica. Andrea è debilitato, fatica a muoversi ed è spesso costretto a cantare seduto, ma tira fuori un'energia pazzesca e una voce rimasta quasi intatta nonostante il cancro fosse ormai prossimo a portarselo via.
Di lui rimangono le canzoni, i ricordi, le avventure. Andrea Parodi ha dato e lasciato tanto alla Sardegna e all'Italia: spetta a chi verrà dopo di lui far fruttare tutti i semi che ha piantato nel corso della sua vita. Lo stanno facendo proprio loro, i Tazenda, che hanno trovato in Beppe Dettori prima e Nicola Nite poi dei degni successori per continuare a portare la musica sarda in giro per l'Italia.
Lo ricordiamo proprio nel suo ultimo concerto, con quella No potho reposare che ha fatto piangere ed emozionare tante persone. Con queli occhi e quel sorriso di chi sa di avere dato tutto quello che aveva e che può andarsene senza rimpianti.