La sontuosa volata di Peter Sagan, la difesa, impeccabile, del nostro Caruso. La quinta tappa va in archivio senza particolari scosse, nulla cambia ai vertici della graduatoria. Di diverso tenore l'uscita odierna, da Locarno a La Punt. 166.7 chilometri in grado di sovvertire l'ordine attuale. Il tratto iniziale è pianeggiante, per 40 chilometri nessuna difficoltà altimetrica, il gruppo - BMC in primis - può quindi gestire il passo. Muta, lo spartito, quando prende corpo l'ascesa verso San Bernardino. Si superano, come già ieri con il Sempione, i 2000 metri. Una scalata che appare interminabile, ma troppo distante dalla linea d'arrivo per creare una selezione significativa.
Dopo lo scollinamento, lunga discesa, rifornimento e porzione conclusiva. Dal chilometro 120 circa, si fa sul serio. Il disegno propone due traguardi volanti in rapida successione, il secondo pilota verso la l'ultima fatica. La strada sale da qualche chilometro, leggera pendenza sfavorevole, ma dal chilometro 142 si fa più ostica. Albulapass, 2315 metri, chi ha gamba può sciogliere il plotone, creare spazio e prendersi la ribalta.
L'epilogo, a La Punt, poco più in basso, può sancire una rottura al Giro di Svizzera, ribaltare quanto visto fino ad oggi. Pozzovivo - la FDJ ha anche la carta Frank - ha ottima gamba, Dumoulin non è quello del Giro, Soler, Nieve, Kruijswijk, identificare un unico favorito è ardua impresa. Parola alla strada, come sempre.
Il percorso