La marcia, regale, di Antonella Palmisano. 25 anni, di talento e sorrisi. Alle spalle, un percorso lungo, non sempre facile. Infortuni in serie a minare una classe evidente. Ora, Antonella, raccoglie a piene mani il frutto di lavoro e sacrificio. Rio come punto di importanza, un quarto posto olimpico trampolino per un futuro di gloria. A Podebrady, Repubblica Ceca, 20 chilometri valida per la Coppa Europa. Non c'è partita, la Palmisano non concede apertura, marcia, bene, da padrona. Si pone al comando, detta il ritmo. Le avversarie si sciolgono in un vano inseguimento, Cabecinha e Garcia alzano bandiera bianca, seconda e terza al termine. La Palmisano vince in 1h27'57", sfiora il personale, poco importa.
Dopo lo straordinario record italiano sulla 10 in pista ad Orvieto - 41'57"29, a un battito dal limite mondiale - si conferma nella sua gara, quella del mondiale londinese, ghiotta occasione per griffare d'azzurro un podio iridato. In un'atletica in evidente difficoltà, la stella della Palmisano è un'oasi di ristoro, un porto di speranza. Lei guarda avanti, senza alcun timore, senza alcuna preoccupazione, forte di riscontri importanti.
Al maschile, trionfo del teutonico Linke - 1h19'28" - con Rubino ottavo. La 50km, invece, premia l'ucraino Banzeruk - 3h48'15" - con Antonelli - 3h49'07" terzo e Caporaso quinto dopo una splendida prova d'attacco. Batte l'anima azzurra, secondo posto a squadre, al maschile e al femminile, cenni di risveglio, con Antonella Palmisano che si prende bandiera e applausi, in attesa di un agosto di fuoco.