Dominio totale di semifinali e finali per la colombiana Mariana Pajon, al secondo oro olimpico consecutivo. Dietro di lei a podio l'americana Alise Post e la venezuelana Stefany Hernandez. Tra gli uomini, solo quarto al photofinish il grande favorito Long, caduto anche il quotato Willoughby. Vince Connor Fields con distacco sull'olandese Jelle Van Gorkom e sul colombiano Ramirez Yepes. Andiamo a rivivere la giornata.
Terza ed ultima giornata del programma olimpico di BMX: tempo di semifinali e finali nel centro creato appositamente per le piccole bici californiane a Rio De Janeiro. Modalità particolari per la discipina: due semifinali ad otto partecipanti, nelle quali si combinano i posizionamenti di tre manches gemelle. Sommando le tre gare, i migliori e le migliori quattro di ogni batteria si giocano la finale per le medaglie. Il circuito invece è un classico della BMX, con una prima picchiata che porta fino ai 60 km/h e quattro rettilinei con dossi di varia altezza e dimensione, collegati tra loro da tre curve paraboliche da 180 gradi di raggio.
Si parte con la prima manche di semifinali femminili: a dominare, col miglior tempo dell'intero turno, è Mariana Pajon, colombiana stella mondiale della disciplina, che si mette dietro di quasi un secondo l'altra sudamericana Stefany Hernandez, Venezuela. Due europee a chiudere le prime quattro: la danese Christensen e la belga Vanhoof.
Nella seconda batteria di semifinali femminili dominio dell'australiana Caroline Buchanan in prima manche, mentre risale bene da dietro l'olandese Laura Smulders, molto reattiva sui dossi e capace di infilare quasi al photofinish Brooke Crain.
Pausa per le ragazze, si passa alla prima batteria degli uomini: subito in pista i due statunitensi Sharrah e Nicholas Long, numero uno del ranking mondiale, ed i due colombiani Ramirez e Zabala.
A prendere il comando all'interno è subito Anthony Dean, australiano, mentre a ruota ci sono Van Gorkom, ed i due colombiani. Ramirez Yepes cerca l'attacco alla seconda sopraelevata, ma l'olandese resiste e riesce a tenersi il secondo posto. Solo quinto Long, ultimo lo svizzero David Graf che ha accusato problemi sul secondo rettilineo.
Prima manche anche per la seconda batteria: di nuovo Olanda con Van Gendt, ma anche Australia con l'argento di Londra 2012 Sam Willoughby e Stati Uniti con Connor Fields.
Willoughby si porta davanti fin da subito, ma dopo la prima parabolica un grande scatto dello statunitense gli toglie la prima posizione. L'aussie è bravissimo a sfruttare però tutta la seconda parabolica per prendere velocità sui dossi ed alla fine è primo, mettendosi dietro Fields, il neozelandese Jones e Kimmann (Paesi Bassi). Ultimo, caduto, il venezuelano Jefferson Milano.
Dopo diversi minuti di pausa, ecco ricomparire le ragazze. Favorita ovviamente la colombiana Pajon, ma con tanta voglia di riscatto le europee, su tutte la francese Valentino e la ventiquattrenne olandese Van Benthem.
A prendere il comando dopo la prima parabolica è la statunitense Post, ma subito Pajon si infila all'interno sfruttando al meglio i dossi del secondo rettilineo. Dietro, su traiettorie più esterne, Valentino, ma è nell'ultima parabolica che succede il fattaccio: la venezuelana Hernandez taglia l'angolo troppo acuto e trascina nella caduta a catena Christiansen, Carr e Van Benthem, che quindi approdano alla terza manche a forte rischio eliminazione dato il carico di punti.
Al ritorno della seconda batteria gli occhi sono tutti sulla stella di casa, Priscilla Carnaval, ultima nella prima manche, ma anche sul duello a tre Crain-Buchanan-Smulders che ha caratterizzato la prima gara.
Stavolta la caduta arriva subito al primo salto, in cui rimangono incagliate proprio Carnaval e l'australiana Reynolds. Davanti alla prima curva Buchanan, che però subito perde terreno e si ritrova quarta. A guidare il trenino è Brooke Crain, ma Smulders riesce a tenere la ruota ed a superarla per la seconda volta consecutiva sul traguardo. Dietro, brava la giovane Bondarenko a tenersi alle spalle l'australiana.
Tornano in pista i ragazzi con la seconda manche della prima batteria, accolta dal solito boato per l'annuncio dei due colombiani e del leader del ranking internazionale Long.
Miglior traiettoria e posizione, anche in questa gara, per Andy Dean, che protegge la leadership in tutte le paraboliche dagli attacchi di Sharrah. Dietro, in rimonta, i due colombiani Ramirez Yepes e Zabala, bravo a battere al photofinish un (di nuovo) deludente Nicholas Long.
A provare a riscattare gli Stati Uniti torna in pista Fields nella seconda batteria, dominata nella prima manche dall'australiano Willoughby.
Prima discesa ed è di nuovo il kangaroo a fuggire, con il solo Fields a tenerne la scia. Dietro il gruppo è sfilacciato, ed il canadese Tory Nyhaug può approfittare della caduta di Jones per tenersi il terzo posto in solitaria. Sfortunatissimo il venezuelano Milano, ancora coinvolto nella caduta e fuori dai giochi per la finale.
Altra pausa piuttosto lunga per il ritorno della prima batteria femminile: ovazione per Mariana Pajon già sicura della finale, mentre si giocano la qualificazione le altre.
Ancora Pajon in testa dall'inizio, mantre perde terreno alle prime curve Post, riuscendo poi a superare Manon Valentino per il terzo posto. Seconda posizione per la venezuelana Hernandez, anche lei qualificata, mentre cade di nuovo la danese Simon Christensen, che arriva al traguardo in lacrime.
Qualificate quindi Pajon (COL) con 3 punti, assoluta dominatrice, Post (USA, 8), Hernandez (VEN, 11) e Valentino (FRA, 12). Eliminate l'argentina Diaz, la thailandese Carr, la danese Christensen e l'olandese Van Benthem.
Ultima manche anche per la seconda batteria, in cui a giocarsi un posto in finale sono in quattro, mentre Laura Smulders viaggia tranquilla verso la qualificazione.
Ed è proprio l'olandese a guidare il trenino, ma alla prima parabolica è già sorpresa: cade Buchanan. Il gruppo si sfilaccia, all'arrivo sarà Smulders-Crain-Vanhoof-Reynolds senza troppe lotte di sorta.
Smulders qualificata come prima assoluta con 4 punti, mentre dietro di lei si qualifica Brooke Crain (USA) a quota 7 e, clamorosamente, la belga Vanhoof e la russa Bondarenko, a parità di punteggio (13), escludono Caroline Buchanan, tra le favorite all'oro, per i migliori piazzamenti. Anche per lei sono lacrime amare.
Per quanto riguarda la categoria maschile, torna in pista il numero uno Long, favorito per una medaglia ma a rischio eliminazione dopo due quinti posti.
Fotocopia della prima manche la partenza: Anthony Dean a guidare, ma stavolta è Long a prendere la ruota tentando il sorpasso. Alla fine è l'austaliano a fare punteggio pieno davanti allo statunitense ed all'olandese Van Gorkom, senza troppi sussulti.
Qualificati Dean (AUS, 3 punti), Van Gorkom (NED, 11), Ramirez (COL, 11) e Long (USA, 12). Fuori lo statunitense Sharrah, il colombiano Oquendo Zabala, lo svizzero Graf ed il tedesco Brethauer.
Ultima manche di semifinale, quella della seconda batteria, in cui è di nuovo Willoughby a fare piazza pulita sin dalla prima curva: alla sua ruota si infilano i due olandesi Kimmann e Van Gendt, inframezzati dal canadese Nyhaug che acciuffa la qualificazione per un niente.
Il quadro della finale si completa quindi con l'australiano Willoughby a soli 3 punti, con Fields (USA, 10 punti), Kimmann (NED, 12) e Nyhaug (CAN, 12).
Dopo quasi due ore di gara finalmente vanno in scena, alle venti ore italiane ed in gara unica, le finali per le medaglie: a cominciare sono le donne, con la solita procedura della scelta del cancelletto di partenza e la salita verso la vetta per la partenza.
Ad uscire meglio di tutte dal cancelletto è Mariana Pajon nella corsia interna, mentre lascia subito la competizione la Valentino, caduta sui dossi. All'ulltima parabolica c'è solo Alise Post dietro alla sudamericana, ma non può impensierire quella che è la seconda medaglia d'oro olimpica consecutiva per Pajon, prima colombiana a riuscirci in qualsiasi disciplina. A spuntarla per il bronzo è Stefany Hernandez, che con un grande scatto finale riesce a tenersi dietro Brooke Craine (USA). Tanta delusione per Laura Smulders, a contatto con le medaglie fino all'ultima parabolica, in cui la ruota anteriore la ha tradita spedendola a terra.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, a prendere il margine iniziale sono i due statunitensi, a sorpresa, lasciandosi dietro gli australiani. Long sembra poter allungare, ma l'uscita dalla seconda parabolica è tutta a favore di Connor Fields che sfrutta lo slancio per staccare tutti ed andare a prendersi la medaglia d'oro, arrivando in lacrime tra le braccia del suo allenatore. Dietro, con lo spunto nell'ultima parabolica, l'olandese Jelle Van Gorkom. L'epilogo del bronzo è clamoroso: servono diversi minuti al photofinish per assegnare la medaglia di bronzo al colombiano Ramirez Yepes, capace di spuntrla per pochissimi centimetri sul leader mondiale Nicholas Long.