Molti, dopo mille sfide, sempre l'una diversa dall'altra, in sella alla bicicletta, gli davano del pensionato. Dopo aver fatto di tutto, dai mondiali al Tour, alle olimpiadi, dalla pista alla strada e ritorno, Sir Bradley Wiggins ha ancora fame. 36 anni, quattro olimpiadi e migliaia di chilometri pedalati dietro le spalle, il britannico è pronto per scendere in pista nell'inseguimento a squadre. Proprio quell'inseguimento che a Sydney 2000 lo fece conoscere al mondo, appena maggiorenne, grazie alla medaglia di bronzo. La competizione brasiliana inizierà stasera con le qualificazioni, ma le armi si scalderanno definitivamente domani, con le medaglie in palio. Non correrà anche individualmente, come già successo ad Atene (oro), o nell'americana (bronzo). A Pechino 2008, invece, fu doppio oro: inseguimento individuale e quartetto prima di passare alla parentesi su strada, culminata col Tour De France vinto nel 2012, trampolino di lancio per l'oro nella cronometro ai giochi di Londra.
"È la mia quinta Olimpiade, a inizio carriera non l’avrei mai detto. Essere qui 16 anni dopo e rivivere le stesse emozioni è fantastico" ha detto Wiggo, visibilmente emozionato "mi trovo in un quartetto che corre per l’oro e per come abbiamo girato nelle ultime settimane, questa gara la possiamo perdere solo noi. Si tratta di ripetere i tempi che abbiamo fatto centinaia di volte in allenamento (record del mondo battuto più volte, ndr). Ai Mondiali, Clancy non era al meglio e per questo l’argento è stato ugualmente fantastico. Ma ora sta bene: è uno dei più grandi atleti con cui abbia mai corso. Burke è uno dei pilastri di questa squadra da otto anni. Doull è il giovane di talento, che ha un grandissimo futuro su strada. È un quartetto incredibile, forse il più forte che abbiamo mai avuto a un’Olimpiade".
Insomma, se c'è qualcosa che manca a Bradley Wiggins, dopo oltre quindici anni di carriera, non è la grinta. La sensazione è che, prendendosi sulle spalle una squadra talentuosissima e già solida, il Sir più famoso del ciclismo mondiale possa scrivere ancora una volta il suo nome nel libro della storia.