Le dichiarazioni di Claudio Baglioni - nuovo timoniere del Festival di Sanremo - il quale ha dichiarato di aver allargato il numero dei selezionati per l'alto livello mostrato, all'ascolto dei brani si dimostrano non così veritiere come il cantautore romano aveva voluto far sembrare. L'ascolto di questa prima manciata di brani lascia abbastanza perplessi su quello che dovrebbe essere il meglio che la nuova musica italiana ha da offrire. Ecco le nostre pagelle:
Alessia Gerardi - Universi Artificiali - voto 5. Lei ha una bella voce, sostenuta da un arrangiamento sul pezzo non banale, ma la canzone in sé è davvero poca cosa. Tentativo poco riuscito di scimmiottare un pop americano "all'italiana".
Alessio Giannetti - Cambia - voto 4.5. L'ennesimo iscritto al club "Vorrei cantare come Marco Mengoni", con un pezzo al limite del codice penale. Sembra una cosa anni '70, poi spunta l'elettronica e non si capisce dove voglia andare a parare.
Andrea D'Alessio - Chi per un sogno non mente - voto 4. Sembra Michele Zarrillo versione hip-hop. Americanata trascurabile, quasi fastidiosa.
Angela Nobile - Un vuoto al cuore - voto 5. Pezzo assolutamente sanremese, così tanto da passare praticamente inosservato. Voce già sentita e risentita. Originalità portami via.
Antonia Laganà - Parli - voto 6. Notevole almeno il cambio di stile rispetto al resto del gruppo. Buona l'interpretazione, il talento c'è e si vede. Il pezzo è carino ma anche se non decolla, e Sergio Cammariere a Sanremo c'è già stato 10 e 15 anni fa.
Aprile & Mangiaracina - Quell'attimo di eternità - voto 5.5. Dopo l'eliminazione all'ultimo turno dello scorso anno ci riprovano. Il pezzo forse è qualitativamente migliore, sicuramente meno retorico, ma non emoziona granché.
Artù - Ma lo sai cosa c'è - voto 5. In tanti hanno provato ad "avvicinare" Rino Gaetano, e più o meno ogni anno a Sanremo Giovani arrivano vagonate di brani di questo tipo. Qui siamo oltre, siamo direttamente alla copia sputata.
Carlo Bolacchi - Lo diceva anche mia madre - voto 5. Lodevole l'intento di portare un po' di leggerezza nella manifestazione più ansiogena e pesante della storia della musica, ma non sempre ironia è sinonimo di qualità. Qui lo è fino a un certo punto.
Carol Beria - Nessuna lacrima - voto 5. Bella voce, c'è solo quella però.
Cladi - Un vuoto di te - voto 5. La copia sbiadita di Chiara dello Iacovo. Riprova l'anno prossimo.
Cordio - Il paradiso - voto 6.5. Musicalmente nettamente migliore del resto. Testo che alterna ottime cose a pensieri di una retorica imbarazzante, ma basta e avanza per stare un gradino sopra alla media generale.
Daniele Magro - Cuorearmato - voto 6.5. Lui è un autore esperto, firma di buoni successi radiofonici e capace di proporre sempre brani di livello. Da cantautore può liberarsi di certe sovrastrutture discografiche e proporre un brano di ottima fattura. Visto quello che passa il convento è tra i favoriti per l'Ariston (Ermal Meta insegna).
Dari - John Kennedy - voto 6. Il riferimento storico è sicuramente importante (per chi conosce la storia), ma il pezzo in sé non rende giustizia a quella che poteva essere un'ottima idea. Peccato, occasione sprecata.
Dave Monaco - L'eternità è di chi sa volare voto 6.5 - Buona l'ispirazione cantautorale, bene anche la parte più melodica del ritornello. Stile forse un po' retrò, ma si lascia ascoltare.
Davide Mogavero - Tamigi - voto 5.5. Carina, ma sa troppo di già sentito. Prova a proporre qualcosa di alternativo ma cade comunque nel solito, scontato mainstream. Mezzo voto in più per i buoni spunti del testo.
Davide Papasidero - Ma sporcarmi no - voto 5.5. Versi un po' scontati e scopiazzati qua e là, musica che non prende, voce - manco a dirlo - molto mengoniana (non per niente viene da X-Factor). Si poteva fare meglio.
Davide Petrella - Non può fare male - voto 7. Il primo pezzo che ci risveglia dal torpore di decine di ballad tutte uguali. Testo e musica superiori, non per niente lavora insieme a Cesare Cremonini, non uno a caso. Il ragazzo può fare strada anche da solo. Un delitto se non lo prendono.
Dile - Rewind - voto 6. Lo stile didascalico quando viene troppo "forzato" rischia di diventare ripetitivo. Pezzo che sa di già sentito, ma escludendo l'orripilante inciso si fa ascoltare.
Dinastia & Gli Ultimi - Corro libero - voto 5. Immagini trite e ritrite, poteva essere considerata originale 10 anni fa, adesso anche basta.
Emilia Zamuner - Ti porterei lontano - voto 5.5. Musica raffinata e bella voce salvano un testo imbarazzante. Non malaccio ma nel complesso troppo poco.
Emme - Sorrisi viola - voto 4.5. Voce sentita e strasentita, canzone anonima, per non dire brutta.
Eva - Cosa ti salverà - voto 5.5. Alterna cose buone ad altre meno buone, nel complesso poco da dire. In alcuni punti l'ispirazione di Ferro è quasi da copia vera e propria. Se non venisse da X-Factor passerebbe inosservata.
Forlenzo - Lammerica - voto 7. Fa molto Cristicchi versione campana. Notevole il cambio di tematica e la profondità che si fonde all'ironia per un pezzo sicuramente tra i migliori dei 68 presentati.
Fratto - 5 : 9 -12. - voto 5.5. Al primo ascolto lascia un po' interdetto. Ci sono spunti interessanti ma il pezzo non decolla, come se mancasse qualcosa.
Gabriele Deca - A tempo - voto 5. Ispirazione evidente quella di Max Gazzé, soprattutto nel ritornello. Strofa non esaltante, i concetti andavano sviluppati meglio.