Agnese: Unda – 5. Parte anche bene, il testo è un po’ nonsense però ci potrebbe stare, ma il ritornello è orribile.
Alberto Guarrasi: Proteggimi – 4.5. Comincia e sembra Mengoni, finisce e sembra Lorenzo Fragola, fate voi. La canzone è una lagna, giusto per completare.
Aprile & Mangiaracina: Il cielo di Napoli – 5. Il brano è quello che è, poi è un tema trito e ritrito, oltre ad averlo già portato Clementino l’anno scorso.
Cantiere 164: Se chiudi gli occhi – 6. Un po’ Nek, un po’ Negramaro, un po’ di pop-rock non guasta mai. La voce è molto rauca, particolare, ma in un mondo in fissa col “bel canto” almeno propone qualcosa di diverso.
Carola Campagna: Prima che arrivi il giorno – 5. Lei è bravissima, non per niente ha spopolato a The Voice. Ma la canzone è orribile: sarebbe 4, ma ha una voce super.
Chiara Grispo: Niente è impossibile – 5. E’ una canzone da talent, nulla più, nulla meno. Orecchiabile ma anonima. Grave per una cantautrice andare con un brano non scritto da lei (l’autore è Fortunato Zampaglione, da non confondere con Federico dei Tiromancino).
Cleo: Non ti perdere – 5. Tutto un già sentito, arrangiamento standard.
Cristiano Turrini: Tutto quello che non siamo – 5.5. Prova a scimmiottare un po’ di R&B nelle strofe, nel ritornello sembra Neffa. Tutto già sentito (pt.2), ma addirittura spicca nel magma informe generale.
Dylan Magon: Ricorda che – 5. Sembrano la brutta coppia degli Zero Assoluto. Benji e Fede hanno fatto proseliti.
Elefunk: Tappo dentro al tubo – 6.5. Finalmente qualcosa di diverso: ironici e bravi. Tra i pochi a non usare arrangiamenti elettropop.
Enrico Nigiotti: Cercando Miracoli – 7. Ci ha provato già due anni fa e si fermò in semifinale. Un cantautore classico con una canzone ancor più classica, che però fa la sua bella figura.
Etna: Gru – 7. Se quello di Nigiotti era un pezzo cantautorale “classico” questo è invece un tentativo più sperimentale, ma sempre ben riuscito.
Ex: Occhi neri – 5.5. Non dà proprio l’impressione di avere originalità, poi l’arrangiamento è abbastanza standard, destinata all’anonimato.
Ferdinando Vega: Il presidente – 6.5. Molto “alla Cochi e Renato” versione 2.0. Bella idea, ma rischia di cadere nel classico populismo.
Flo: Cassandra – 7.5. Uno dei più belli tra i 60 brani: testo sopra la media, musica di qualità e orecchiabile allo stesso tempo.
Frances Alina: Follia indolore – 5. Dopo l’esperienza di The Voice la ragazza ci riprova al Festival. Il brano è tutt’altro che incisivo.
Francesco Guasti: Universo – 7.5. L’anno scorso mancò la qualificazione al Festival per un soffio, quest’anno torna con un pezzo ancora più bello. Può essere la volta buona.
Frè Monti: Ciao amore buona fortuna – 5. Prova a scimmiottare un po’ Niccolò Fabi, un po’ Tiziano Ferro, ma la canzone è la solita ballata d’amore romantica. Vecchio dentro.
Freschi Lazzi e Spilli: Quando una canzone non basta – 4. Non sempre un pezzo ironico/istrionico/allegro/ecc. è sinonimo di qualità. Irritanti.
Gabri El: Scusami se – 4.5: I Modà hanno traviato molte menti.