Ad un anno di distanza da Never Again, Mattia Briga torna sulle scene con il suo nuovo lavoro Talento. Presentato dal ragazzo come un disco di svolta e sperimentazione, che avrebbe dovuto unire al rap generi come il pop, e il pop-rock, fino ad arrivare a riferimenti cantautorali, o almeno questa era l'intenzione. Nei fatti l'album si presenta come un miscuglio di brani messi insieme in un unico disco, dove Briga sembra dare l'impressione di aver voluto strafare, provando a lanciarsi in un impresa forse troppo grande per il livello dell'artista che è. 

Il disco apre con Come un tuono: un brano ispirato - a detta dello stesso autore - ai Linkin Park (accostamento a dir poco pretestuso, a sentire il pezzo) dove al pop-rock si è cercato di unire il tipico hip-hop dell'artista romano. L'arrangiamento insolito per un brano del genere incuriosisce, nonostante la voce di Briga - pur modificata all'inverosimile nel ritornello - faccia fatica a dare una certa credibilità alla cosa, mentre il testo non propone niente di nuovo. Segue Baciami, singolo già uscito a Maggio che ha fatto la gioia delle ragazzine, in buona compagnia con Vorrei ma non posto e il resto della compagnia: una musica trita e ritrita fa da sfondo a un testo a dir poco rivedibile, così come il duetto con Gemtaiz, Non chiederlo a me, non lascia particolari segni.

La volontà di strafare di Briga è palpabile in ogni elemento del disco: i brani che definisce "cantautorali" non sono altro che delle nenie monotematiche ispirate all'ombra di Gianluca Grignani - Bambi sembra uno scarto del cantautore milanese, che peraltro è presente nel disco in Nudo, dove peraltro la sua prestazione vocale è abbastanza anonima - mentre va un po' meglio quando prova a cimentarsi con il pop melodico, come nella ballad romantica (ovviamente) Ti viene facile.  

La seconda parte del disco è dedicata alle collaborazioni del rapper romano con altri artisti, a cominciare da Lorenzo Fragola in Rimani qui: un brano che non è né rap, né hip-hop, né pop. Un ibrido che non lascia nulla all'orecchio di chi è un minimo abituato ad ascoltare qualcosa di concreto, ma che va benissimo per il mondo a cui si dedicano i due artisti. Tralasciando la scontatissima Eo-Eo, duetto con Sercho che in 4 minuti presenta in loop tutti i cliché del rap nostrano - sia musicalmente e testualmente - si arriva all'apoteosi del duetto Briga-Alessio Bernabei, dove ad un testo indecente si affianca la solita musichetta strappalacrime da due accordi in croce.

Nella Deluxe Edition, inoltre, è presente anche Fuoco amico, che vedee la presenza di Mostro e Clementino, con la conseguente seconda ondata di rap scontato e già sentito: Mostro ritira fuori l'ormai nauseante storia dell'uomo vissuto e della sua vita sregolata, mentre Clementino riesce a migliorare il livello del brano, nonostante Briga nel ritornello faccia di tutto per riabbassarlo. Il duetto con Gemello, A due cieli da me, passa abbastanza inosservato, così come Per adesso sono inverno, segno evidente di un album e di un artista che voleva essere ma non è stato, che ha provato a fare qualcosa di superiore alle sue possibilità artistiche venendo respinto. Il disco probabilmente piacerà ai fan, ma presenta davvero poche, pochissime possibilità di andare oltre il compitino, anche nelle vendite.

VOTO: 4.5