Dopo il buon punto ottenuto nel Derby d'Italia l'Inter di Spalletti si appresta a fare il suo esordio in Coppa Italia, avversario il Pordenone.
Si parte dall'importanza di questa competizione: "E' importante tutto quello che ci passa davanti. Parlando di questa gara ai calciatori avevo tante cose da dire. Non sono curioso di vedere cosa faranno i miei calciatori, ho soltanto da controllare le certezze che mi debbono dare perché fare una brutta partita vorrebbe dire creare un po' di difficoltà al nostro futuro, che passa anche da quelle che saranno le prestazioni di qualche calciatore nuovo che scenderà in campo domani, perché certamente cambierò qualcosa. Li voglio vedere vogliosi di mettere qualcosa in più, di ancora meglio di quello che sono certo metteranno in gara".
Obiettivo dell'Inter, in questa competizione viene spiegato da Spalletti: "Ogni partita l'obiettivo è andare al turno successivo, tutte le volte. Da un punto di vista mio non è uno stimolo che ci possa essere il Milan dopo, per me lo stimolo è passare il turno. Le nostre attenzioni vanno là. Ma se fate questa domanda alle altre squadre d'Italia cosa rispondono? Se poi una vince hai creato sei falliti. Non ci nascondiamo, il mio obiettivo è il turno successivo. Poi il derby di Milano è bello, si spera di poter fare più derby possibili di qualità, perché il derby è questo. Il messaggio da esportare e sottolineare è anche che a Milano nel derby c'è un clima per cui si vede la partita assieme. Il mio augurio è che negli anni a venire il derby sia sempre più bello, che se poi lo vince ti dà ancora più prestigio".
San Siro sarà ancora una volta d'aiuto con però ben 3.000 tifosi avversari: "Una gara tra serpenti, ramarri contro Biscione. Il discorso è che ci vuole intelligenza nell'andare ad affrontare queste partite. Si presenteranno con un top player che è difficile da affrontare che è la super-motivazione. Ci ho passato la mia vita professionale in quelle categorie e so che spinta danno queste gare. Le coppe nazionali sono pieni di risultati clamorosi dove poi squadre si scoprono una presuntuosa e una super-motivata, perché io la partita l'ho vista da quel punto di vista lì. Venendo qui i cartelli oggi non dicono 'attenzione neve', ma 'attenzione Pordenone'. Basta vedere i primi 30' contro il Cagliari per vedere quanto volte i sardi hanno preso palla, considerando le difficoltà che noi abbiamo avuto a Cagliari. Saranno le stesse che avremo domani. Non c'è possibilità di non avere attenzione, voglia, motivazione, dovere che ci richiama all'ordine tutte le volte che mettiamo questa maglia. Domani giocheranno dei calciatori che hanno giocato meno, ma la somma di questi deve fare uguale Inter. Se non farà questo andremo a crearci una vita difficile per il nostro futuro".
Capitolo formazioni: "Karamoh, Cancelo, Dalbert, Padelli, Ranocchia, Eder giocano. A un paio di situazioni devo pensarci domani davvero, perché la partita va riempita e devo capire. Karamoh, ad esempio, ti dà degli strappi incredibili. L'ultimo gol in nazionale l'ha fatto da prima punta e può giocare anche da seconda. Però poi serve equilibrio".
Il tecnico si concentra poi a lungo sulla situazione della sua squadra: "Tutti si aspettano una sconfitta? Quello che ho detto è per sottolineare che ai calciatori non viene dato il giusto merito per dare la professionalità e il lavoro che hanno sviluppato per questi colori. Io sono pieno di amici che sono tifosi di altre squadre, che siano Milan, Fiorentina, Juventus o Roma. Ogni tanto ci sono contatti sui social che ti scrivono di tutto, tipo 'non ce l'ho con te, voglio che l'Inter perda'. E' un gioco, poi capisco che qualcuno è costretto a scriverlo o magari si sente tra quelli. Ma fa parte del gioco. Il primo posto sazia? La partita con la Juventus non mi ha dato nulla di nuovo. E' come se avessi riguardato una foto che avevo sul telefono. Ha evidenziato le stesse certezze e le stesse difficoltà su cui dobbiamo lavorare duramente per migliorarci, perché quello è il margine per diventare più forti. Dobbiamo assolutamente trovare la soluzione per fare il passo successivo. Dipende anche da dove sei partito. Nel tragitto ci sono cose che vanno conosciute. In sostanza la questione è che non hai espresso il meglio di te stesso. Anche nei voti che avete dato ai giocatori si vede che da qualcuno ci si aspettava qualcosa in più e a questo mi riferisco. Per fare una prova importante devi dare il meglio ed essere più bravo dell'avversario. Noi ancora in delle partite non abbiamo messo tutto di quel che abbiamo e conosciamo, ma in questo percorso hai già eliminato molti sbarramenti, sei andato al di là di molti recinti. E' chiaro che arrivare nel campo aperto dove la mente si sente libera non è facile. C'è bisogno di un po' di strada"
Per finire Spalletti si concentra sul clima intorno ai neroazzurri: "Questo accostamento con Mourinho mi mette in imbarazzo, bisogna farla finita. Mi costringe a sottolineare la distanza tra me, che sono qui da due giorni, e chi ha fatto la storia dell'Inter. Non si può avvicinare. Fate un favore a me, al mio ruolo se non mi ci mettete vicino a lui. Anche Mourinho sa bene che non sta in piedi. Poi il lavoro della squadra io lo debbo difendere, perché quando la vedi da fuori e una cosa ma dentro entri tutti i giorni in saletta e vedi. I giocatori devono sentire che si lavora in maniera seria e che io sto dalla parte dei calciatori. Ditemi quel che vi pare ma se mi toccate i calciatori vado fuori. Io contro la Juventus ho avuto delle certezze, perché siamo compatti, solidi. Abbiamo un'anima unica, ma non abbiamo fatto la partita perfetta, per cui si può migliorare qualcosa e noi dobbiamo essere contenti che ci sia da migliorare perché possiamo andare più in là. Sui social ho già detto: è un po' un divertimento. Paolo Belli mi ha mandato dei messaggi sul cellulare perché è tifoso della Juventus. Poi magari senti prima della partita che contro il Chievo non si vincerà, e si tenta il 'colpo gobbo', ma è chiaro che qualche volta va bene e qualche volta male. Io non posso scrivere tutto sul giornale, devo prendere un mazzetto di cose e fare tutto assieme. E' un modo di giocare, se ci penso so scrivere anch'io ma è un gioco".