L'avventura di Luca Toni al Verona è ufficialmente terminata. La causa? Presunte ruggini il ds Fusco che avrebbe intralciato il lavoro e la filosofia di pensiero dell'ex bomber di Palermo e Fiorentina. Attraverso le sue dichiarazioni in conferenza stampa ha spiegato la causa, e in mezzo c'è anche una parentesi riguardante Cassano.
Parole contro Filippo Fusco, dirigente del Verona: "Ho trovato davanti a me un muro e mi sono sentito ferito. E certe cose non me le ha dette, che so, un Rumenigge. Ringrazio il presidente Setti che stimo umanamente, ma se non c'è condivisione e possibilità di dare almeno qualche consiglio, io qui non posso crescere. Non è colpa mia se mi chiamo Luca Toni o se Luca Toni in giro viene cercato più di chiunque altro, io non volevo essere un peso e sono venuto qui con umiltà. La promozione di quest'anno non è un'impresa. La vera impresa è stata quella della Spal. Noi avevamo 14 milioni di monte ingaggi ed era una cosa che avevo fatto notare in società."
Il mancato acquisto di Cassano è un altro motivo del divorzio: "A mio avviso Cassano sarebbe stato prezioso per l'Hellas. Qui c'è bisogno di gente esperta per la A e lui sarebbe arrivato con lo spirito giusto. Qui mi sono trovato benissimo: il titolo di capocannoniere e la festa per il mio addio sono i ricordi più dolci. Porterò sempre questa città e l'Hellas nel mio cuore".