Alert: in questo pezzo non troverete alcun commento sull'episodio che ha deciso Juventus-Milan allo Stadium. Se avete voglia di leggervi un giudizio o un'opinione in merito potete trovarne quanti volete sparsi sul web, in tv, sulla carta stampata e mettervi comodi: il materiale a vostra disposizione è pressochè illimitato. Questo pezzo vuole provare a fare luce su quanto il Milan di Montella ha fatto vedere in campo contro la squadra di Allegri. Magari non tantissimo, magari nulla di trascendentale o spettacolare, ma qualcosa c'è stato. Per questo è giusto soffermarsi sull'argomento.

Nei quattro confronti fra rossoneri e bianconeri andati in scena nel corso di questa stagione, fra campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana, il Milan ha mostrato una piacevole costante. Il non avere alcun complesso di inferiorità nei confronti di una squadra pronta a vincere il sesto Scudetto di fila in Italia e a dare l'assalto in maniera concreta alla Champions League. Attenzione, questo non significa che Montella abbia provato a giocarsela alla pari contro Allegri. Però è giusto sottolineare come i rossoneri nelle quattro sfide ci abbiano provato sempre, con i loro mezzi, limitati soprattutto dal punto di vista tecnico. Se è vero che la rete di Bacca nasce da un'ottima ripartenza avviata da un tocco di prima pregevole di Pasalic, da una corsa palla al piede di Deulofeu e dallo stop e stoccata del colombiano in area di rigore, bisogna anche ricordare come altre due-tre situazioni simili siano state sciupate per un errore di misura nell'ultimo passaggio. Quello fondamentale, quello decisivo.

Bertolacci e Dybala, corriere.it

Dettagli e minuzie che però possono fare la differenza in un senso o in un altro, o comunque offrirti l'occasione per farla. E dire che Montella ci ha provato a mettere in campo quanta più qualità possibile dal centrocampo in su, proprio per cercare di sfruttare al meglio quelle situazioni di ripartenza che sperava il suo Milan avrebbe potuto trovare nel corso della partita. Solo così si spiega la scelta di affidarsi a Sosa, Pasalic e Bertolacci, con Kucka, uno dei migliori dal punto di vista fisico nell'ultimo periodo, seduto in panchina ed entrato solo nel corso del secondo tempo per l'acciaccato Bacca. Il punto debole di questa scelta è stato che quando la Juventus premeva con il possesso palla e il baricentro alto, il Milan non era quasi mai in grado di orchestrare un pressing organizzato e deciso, situazione di gioco più congeniale a distruttori del gioco avversario piuttosto che a costruttori del proprio. Questa però è la filosofia che accompagna Montella da quando ha iniziato a fare l'allenatore e allora c'è da stupirsi il giusto se anche a Torino il tecnico ha cercato di regalare quanto più palleggio possibile alla propria squadra.

Adesso il prossimo avversario sarà il Genoa a San Siro, avversario contro cui nella gara d'andata il Milan giocò forse la peggiore gara di tutta la propria stagione. Non ci saranno Sosa e Romagnoli perchè squalificati, con il paradosso che in questo momento l'assenza più pesante delle due sembra essere quella del centrocampista, piuttosto che del difensore centrale. Se non altro Montella può sorridere per le sgasate di Deulofeu e il ritorno al gol di Bacca, tre nelle ultime due, con la speranza concreta di poter recuperare Suso, ieri tenuto in panchina perchè non al 100%. Se perdere punti per la corsa all'Europa ci può anche stare, contro la squadra di Mandorlini, a San Siro, servirà fare bottino pieno. Gli scontri diretti, o comunque le grandi sfide sono importanti, ma alla lunga anche i punti lasciati per strada contro avversari con obiettivi diversi dai propri potrebbe risultare causa di rimpianti intorno alla metà di maggio.

Josè Sosa e Andrea Bertolacci, corrieredellosport.it