Avvicinamento intenso. L'Inter si allena alla Pinetina, incombe la trasferta a Torino. Ricordi di campo e storia, un passato di tensioni e polemiche. Juve - Inter, una classica, oggi importante per delineare il futuro nerazzurro. Posticipo domenicale, l'undici ospite allo Stadium con un pesante masso sulle spalle. Risultati alla mano, l'Inter deve rispondere, per mantenere il treno Champions. La sconfitta con la Lazio - 1-2 in Coppa - costringe il tecnico ad alcune valutazioni, ritocchi necessari per placare l'incedere bianconero, reso impetuoso dal cambio di modulo, con una batteria offensiva di sostanza e qualità.
Come riporta la Gds, nella giornata di ieri, particolare attenzione alla linea a quattro di difesa. Da oliare alcuni movimenti, specie in fase di non possesso. Ansaldi e D'Ambrosio sull'esterno, Miranda e Murillo al centro. Continuità, quindi. Restano però vive le alternative, la rapidità di Nagatomo, l'esperienza di Medel. Pioli non vuol rinunciare al cileno, il Pitbull può oscillare tra retroguardia e mediana. Fondamentale, per reggere l'urto, il lavoro del comparto centrale. Gagliardini - a riposo contro i biancocelesti - è la certezza, attorno all'ex Atalanta un frullato di nomi e proposte. Fuori Banega, resta una margherita a tre petali - senza contare il citato Medel - con due maglie a disposizione. La soluzione conservativa porta ad optare per Kondogbia - al fianco di Gagliardini - e Brozovic, più alto, sulla trequarti, in costante pressione sui portatori di palla. In caso di atteggiamento più aperto, spregiudicato, via libera a Joao Mario, decisivo con il Palermo. Il portoghese in linea con Candreva e Perisic, Kondogbia più di Brozovic nella cerniera di mezzo.
Davanti, nessuna novità di rilievo. Eder resta carta da utilizzare a partita in corso, Icardi veste nuovamente panni da titolare, Candreva e Perisic, straordinario nel percorrere l'intera fascia nel finale di Coppa, come detto in corsia. Ai due, Pioli chiede molto anche in zone meno "nobili" del campo. Costanti raddoppi per arginare Alex Sandro e Cuadrado. Partita a scacchi, Pioli osserva l'orizzonte, scruta la Juve e fiuta il colpaccio.