Pirotecnico 3-3 al Franchi, il Napoli, due volte in vantaggio, agguanta il pari a tempo scaduto, grazie a Gabbiadini, glaciale dagli undici metri. Sfuma, all'ultimo respiro, l'affermazione viola, ma Sousa può trarre dalla sfida d'alta classifica indicazioni positive. Reazione di carattere, dopo il gioiello di Insigne e l'1-2 di Mertens, un undici in grado di sviluppare un gioco piacevole, d'attacco, pur senza riferimenti di peso, come Ilicic e Borja Valero. Il tecnico non nasconde la soddisfazione e sottolinea le difficoltà recenti, non semplice lavorare con serenità in un ambiente che ribolle e non garantisce certezze. Il futuro di Sousa è in bilico, il rapporto con la piazza ai minimi storici.
«Sono soddisfatto, perché conosco bene la Fiorentina e i giocatori. La vittoria sarebbe stata importantissima, è un grande peccato aver subito la rimonta nel finale. Ci sono tanti fattori esterni che possono influenzare il rendimento della squadra, ma dobbiamo pensare solamente a noi stessi».
«Il pari finale? Il calcio è questo, ci penalizza un pò troppo oggi. Abbiamo fatto una bella prestazione di spirito. Il rammarico più grosso è quello di non avere vinto: ho visto però la squadra aver lo stesso spirito per 90', dove abbiamo cercato di vincere fino alla fine».
Un plauso a Bernardeschi, al momento il giocatore più in forma in casa viola. Il talento gigliato si accentra in fase d'offesa, per pungere la retroguardia partenopea, per poi allargarsi a coprire la corsia in ripiegamento. Due reti, una fonte d'ispirazione per i compagni (Zarate), la sensazione di superiore intelligenza calcistica.
«Oltre ad avere un grande talento, ha l'intelligenza tattica che gli consente di esprimere al massimo le sue qualità».
Qualche problema, invece, nel settore di difesa. La Fiorentina paga le carenze individuali di Salcedo e Tomovic, le fortune del Napoli prendono forma da un'ingenuità dei due interpreti viola. Sousa difende le sue scelte.
«Salcedo sta cercando di acquisire i nostri principi di gioco, ho schierato lui terzino e Tomovic centrale, perché Nenad è più abituato a giocare in questo ruolo. Il Napoli è una squadra velocissima e per questo ho preso la mia decisione. Tomovic, inoltre, aveva giocato centrale con buoni risultati anche contro l'Inter».
Infine, si torna sugli assenti. Borja è ai box da tempo, un infortunio fastidioso da "digerire". Ilicic, invece, è defezione dell'ultima ora. A loro, si aggiunge Gonzalo Rodriguez, risparmiato dal tecnico viste le imperfette condizioni.
«Gonzalo non stava bene per dare il meglio ed abbiamo scelto di farlo restare in panchina».