Andrea Pirlo e la grande Mela. Il genio della lampada del calcio italiano lascia la Serie A, dopo aver estasiato le platee di tutta Italia in lungo ed in largo per approdare nella Major League Soccer che lo ha subito accolto come il nuovo Messia. L'ex Brescia, Inter, Milan e Juventus ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport, durante la quale ha spiegato i motivi dell'addio ed il perché della sua scelta a stelle e strisce.
"È una città fantastica. Non c’è molto altro da aggiungere. Ogni giorno puoi fare qualcosa di diverso. Non ho avuto dubbi: dopo il grande calcio volevo la Mls. La seguivo in tv e mi piaceva".
Una scelta del tutto autonoma, spinta dalla voglia irrefrenabile di un mondo del tutto nuovo che lo attirava più del Qatar o dell'Australia: "Non mi sono consultato con nessuno. Né Giovinco né altri. Ho deciso e basta. E il fatto di poter giocare a New York ha fatto il resto. Non so se avrei accettato un’altra città. E poi allo stadio c’è aria di festa, mica come da noi". Un addio scritto già da tempo, anche in caso di vittoria in Champions League: "Sì. Ci avevo pensato già da un po’ di mesi. Certo, perdere mi ha fatto riflettere di più. Certe partite così importanti difficilmente le avrei rigiocate e dopo aver vinto 4 campionati questo era il momento migliore per andarsene".
Una decisione maturata nel tempo, che ricalca quella già presa ai tempi del Milan, dove dopo i primi sentori della panchina con Allegri e di un ruolo marginale ai rossoneri, Pirlo fece le valigie destinazione Torino. Simile nei contenuti, diverso per tempistica. Lascia la Juventus con la pancia piena, sazio di tutto ciò che avrebbe potuto vincere in carriera: "Le mie gare le avrei fatte comunque. Ma l’idea di non essere più con certezza un protagonista assoluto un po’ ha pesato. Perché magari non mi sarei sentito più bene con me stesso. Ho preferito decidere da solo prima che fossero altri a volermi mandare via".
Dal passato e dalla scelta di New York alle aspettative di questo nuovo viaggio ed alla Nazionale. E' risaputo che i giocatori che lasciano il cosiddetto calcio che conta sono poi destinati a perdere anche il posto con la maglia dell'Italia, ma Pirlo non teme questa eventualità: "Far parte di un progetto importante. È una grande sfida e a me le sfide piacciono. E poi qui si comincia da zero, un po’ come alla Juve. In un certo senso eravamo partiti da zero anche lì. Dopo quattro stagioni fantastiche ho trovato un gruppo vincente che ha portato risultati formidabili. Nazionale? Non è un problema. Il mister osserva tutti quelli che giocano all’estero. La Mls è una Lega di qualità e importante come le altre Leghe europee. Toccherà a noi meritarci la convocazione. E' un momento di transizione, però siamo sulla strada giusta. Ci vogliono forze nuove. Ne hanno bisogno Conte e il Paese. Occorrono pazienza e fiducia. Io sono ottimista".
Pirlo ha aperto la strada agli addii di Vidal e Tevez, che rappresentavano lo zoccolo durissimo di una Juve che riparte senza tre colonne portanti dello spogliatoio, ma anche del campo. Ecco le impressioni di Andrea sul futuro a tinte bianconere: "Una squadra nuova e diversa. La società sta operando al meglio, perché sono andati via dei calciatori anziani, incluso il sottoscritto. Hanno preso dei giovani, a dimostrazione che esiste un programma serio e a lungo termine. Si è accorciato il divario con le altre? Difficile dirlo, perché il campionato è strano. Certo, le altre si sono rinforzate, ma penso che la Juve sia ancora la più forte e la favorita".