Che l'elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti d'America non sia stata accolta di buon occhio dalla maggioranza della popolazione mondiale è noto a tutti, ma ora anche la Fifa, nella persona di Gianni Infantino, si schiera contro il quarantacinquesimo presidente americano.
Non è infatti un mistero che gli Usa vogliano ospitare i Mondiali del 2026, ma le idee e gli atti politici di Mr. President non stanno bene alla massima organizzazione calcistica. Ciò che ha fatto storcere il naso a Gianni Infantino è quello che viene chiamato Trump Ban, ovvero un provvedimento molto restrittivo riguardo gli immigrati negli Stati Uniti. Il ban riguarda i cittadini di sei paesi a maggioranza islamica (Sudan, Siria, Somalia, Yemen, Iraq e Iran) a cui è stato interdetto l'ingresso nel paese che dovrebbe essere la massima espressione della libertà e della democrazia. E' quindi ovvio che questa restrizione non possa andare d'accordo con le qualificazioni mondiali, poiché chi le supera deve poter entrare nel paese ospitante con squadra, staff e tifosi al seguito. Senza di questo non avrebbe senso disputare la più importante manifestazione calcistica per nazioni.
A spiegarlo è stato direttamente il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che ha avvertito con termini chiari e decisi la federazione americana: "La misura è incompatibile con le norme che riguardano i paesi che ospitano la manifestazione dei campionati mondiali", ergo se il ban resterà in vigore gli Usa non ospiteranno i Mondiali del 2026. Infantino poi prosegue chiarendo che "ogni paese può prendere le decisioni che vuole, ma se non si rispettano i criteri sportivi non ci sarà nulla da fare".
Le parole del presidente della Fifa fanno eco a quelle del presidente Uefa Ceferin al New York Times, a cui dichiarò che le mosse di Trump non perorano la causa dei mondiali in America, che ormai mancano dal 1994.