Il Mondiale sudamericano continua per l'Argentina. Saluta, invece, l'affascinante Svizzera. Una qualificazione sudata per la squadra di Sabella che solo all'ultimo riesce a portarsi in vantaggio con un gol del madrileno Di Maria.
Due cambi nella formazione di Hitzfeld che propone Drmic davanti e non Seferovic, con i tre trequartisti (Mehmedi, Xhaka, Shaqiri) a sostegno, ed il giovane Schar in difesa con Djourou. Sabella conferma il 4-3-3 con Lavezzi che ormai sostituisce l'infortunato Kun Aguero.
La parola chiave di questi Mondiali è equilibrio. Ancora una volta, ancora negli ottavi, il risultato non si sblocca facilmente. Primi minuti di gara in cui le squadre di studiano poi la Svizzera mette la testa fuori ed ha le due occasioni più importanti del primo tempo: prima con Xhaka che colpisce di piatto direttamente sui guanti di Romero e successivamente - la più eclatante - con Drmic che spreca il pallone del vantaggio a tu per tu con Romero (decide di effettuare un morbido cucchiaino che non inganna l'estremo difensore dell'Albiceleste).
Scorre il tempo e l'Argentina dimostra di lasciare spazi liberi per i contropiedi svizzeri e di soffrire troppo Shaqiri che impegna Romero al 50' ma il portiere, seppur con qualche incertezza, gli nega il gol. Soffre ma reagisce l'Albiceleste, anche perché la Svizzera si spegne (la stanchezza dovuta alla corsa del primo tempo sotto il sole brasiliano si fa sentire). Ed è vero che questo Mondiale è quello dei portieri perché è Benaglio a prendere in mano la gara ed a brillare per la Svizzera: per ben due volte (59' e 62') non permette a Rojo di portare in vantaggio i suoi e si oppone, al 78', a Palacio (appena entrato al posto del parigino Lavezzi). Proprio Palacio si rivela il partner perfetto per Messi e i due disorientano la retroguardia rossocrociata a dieci minuti dalla fine con un'occasione-gol da mangiarsi le mani. Hitzfeld prova anche la “carta fortunata” : dentro Seferovic e fuori Drmic (cambio che gli regalò la vittoria contro l'Ecuador). Nei minuti di recupero si addormenta la squadra di Sabella e Schar di testa accarezza il pallone del possibile 1-0. Niente da fare, reti bianche. Eriksson fischia e sancisce la fine dei tempi regolamentari. Non bastano novanta minuti ad Argentina e Svizzera per cadere.
L'Albiceleste sonda l'opzione dei lanci lunghi ma la difesa rossocrociata anticipa e spazza via ogni palla che prova ad atterrare da quelle parti. Se nel primo tempo supplementare le squadre provano a rifiatare, nel secondo emerge la cattiveria dell'Argentina guidatda Di Maria: il madridista corre come se fossimo al primo minuto e poi infila una palla importantissima, al 118°, all'angolo, rubando il tempo a Benaglio che doveva ancora piazzarsi bene. Azione che parte da una palla recuperata di Palacio (errore di Lichtsteiner) e finisce con un assist paradisiaco di Messi. 1-0. In tre minuti Di Maria si mangia anche un gol quasi fatto a porta vuota. Ancora in tre minuti Dzemaili colpisce il palo e si divora il vantaggio che avrebbe portato la Svizzera ai rigori. La Svizzera è caduta. L'Argentina è ai quarti.