La cronometro di Valdobbiadene porta in dote distacchi pesanti, il Giro entra nella sua fase più eclatante con posizioni di partenza ben delineate. Alberto Contador è il più forte, in salita e contro il tempo. La prestazione offerta nei 60 km di ieri, condita da una condizione non perfetta per i noti problemi alla spalla, ha del sensazionale. Nel tratto pianeggiante, a lui sfavorevole, Alberto conduce la corsa con una postura attenta, una frequenza alta, al cambio, verso il km 30, con l'avvento della montagna, via alla naturale azione sui pedali, una danza senza eguali. Fabio Aru si difende, con i denti, quasi 3 minuti al termine dallo spagnolo. Delude Rigoberto Uran, crolla Richie Porte, ormai lontano, di testa.
Se è vero che il percorso offre diverse possibilità per attaccare e scalfire il dominio di Contador, la sensazione è che il divario tra i protagonisti sia ampio. Un campione in divenire, Aru, buoni corridori, come Uran, un solo fuoriclasse, Alberto Contador. Il Giro insegna, però, che la strada è l'unico giudice, occorre quindi provare da subito a ribaltare l'ordine prestabilito.
Il primo tappone porta i corridori a confrontarsi con due salite vere, in rapida successione. La tappa prende il via da Marostica, al km 60 il primo Gpm di giornata, La Fricca, 2° categoria, a seguire una serie di saliscendi, un terreno mai pianeggiante. Al km 126 si accende la corsa, perchè la strada si inerpica e, per pendenze, inizia l'ascesa più ostica. Il Passo Daone misura 8,4 km e nei tratti più duri tocca punte del 14%. In vetta, un'ulteriore difficoltà. La discesa è tecnica e le condizioni meteo non agevolano il compito della carovana.
La fatica termina con la scalata verso Madonna di Campiglio, montagna celebre al Giro per il fattaccio datato 1999, protagonista Marco Pantani. Ematocrito oltre il limite, stop forzato e inizio del declino. La salita non presenta pendenze proibitive, è pedalabile, la media è attorno al 6%, ma il tratto conclusivo si impenna fino al 12% e può stuzzicare eventuali uomini di classifica. Difficile, però, che si arrivi a questo punto con un gruppo folto, chi vuol azzardare il colpo grosso deve lanciarsi già sul Passo Daone.